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Giuseppe  Verdi :  La Traviata  –  melodrama in tre atti

diciembre 30, 2022
Alfredo insulta ofensivamente a Violetta en público —

La traviata (título original en italiano, que en español podría traducirse como La descarriada) es una ópera en tres actos con música de Giuseppe Verdi y libreto en italiano de Francesco Maria Piave, basado en la novela de Alejandro Dumas (hijo) La dama de las camelias (1852).

Con La traviata, Verdi alcanzó un estilo maduro, con mayor hondura en la descripción de los personajes, mayor solidez en las construcciones dramáticas, y una orquesta más importante y rica.

Es una obra atípica dentro de la producción de Verdi, por su carácter realista. No refiere grandes hechos históricos como Nabucco, ni está basada en tragedias como Macbeth, sino que es un drama psicológico de carácter intimista. Fue la primera ópera en la que los actores usaron trajes contemporáneos de la época (esmoquin y vestidos largos de dama, a la usanza francesa o inglesa), ya que hasta ese momento las óperas siempre usaban trajes históricos, correspondientes a siglos pasados o a otras civilizaciones.

TITOLOLa traviata. Melodramma in tre atti.
LIBRETTO: Francesco Maria Piave.
MUSICA: Giuseppe Verdi.
FONTE LETTERARIALa Dame aux camélias, dramma di Alexandre Dumas figlio.

  • VIOLETTA VALÉRY (Soprano)
  • ALFREDO GERMONT (Tenore)
  • GIORGIO GERMONT, suo padre (Baritono)
  • FLORA BERVOIX (Mezzosoprano)
  • ANNINA (Mezzosoprano)
  • GASTONE, Visconte di Letorières (Tenore)
  • BARONE DOUPHOL (Baritono)
  • MARCHESE D’OBIGNY (Basso)
  • DOTTOR GRENVIL (Basso)
  • GIUSEPPE, servo di Violetta (Tenore)
  • DOMESTICO di Flora (Basso)
  • COMMISSIONARIO (Basso)
  • COROServi e signori amici di Violetta e Flora, piccadori e mattadori, zingare, servi di Violetta e Flora, maschere.

LUOGO: Parigi e sue vicinanze.
EPOCA D’AMBIENTAZIONE: 1850 circa.
LINGUA: italiano.
PRIMA RAPPRESENTAZIONE: 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia.

Atto I

Violetta Valery è una giovane cortigiana parigina, dedita al lusso e ai piaceri; il suo protettore, il barone Douphol, non le fa mancare nulla. Questa vita dissoluta, però, non giova alla sua salute; è infatti ammalata di tisi. Una sera, per dimenticare la malattia che la affligge, invita i suoi amici a cena. È in quest’occasione che Gastone le presenta il suo amico Alfredo Germont, un giovane di buona famiglia che si è innamorato di lei. Dopo aver brindato allegramente (Libiamo ne’ lieti calici), la compagnia si trasferisce nella sala da ballo. Violetta ha un mancamento e si attarda qualche secondo; Alfredo le raccomanda di badare di più alla sua salute, e le confessa di amarla da quando lei gli è apparsa Un dì felice, eterea. Violetta è sorpresa, dubita di poter corrispondere a questo sentimento; tuttavia non nega la sua amicizia al giovane; gli dona una camelia e gli dice di presentarsi da lei il giorno dopo, quando il fiore sarà appassito. Alfredo se ne va felice. Quando finisce la festa e Violetta rimane sola, ripensa alle parole di Alfredo e si chiede se anche per lei esista la possibilità di innamorarsi e cambiare vita; ma si risponde di no: tutto quello che può fare è vivere Sempre libera e dedicarsi al piacere. Tuttavia la voce dell’amore rieccheggia nei suoi pensieri, anche se lei la vuole respingere.

Atto II

Violetta e Alfredo si sono trasferiti nella casa di campagna di Violetta, lontano da Parigi. Qui vivono un’esistenza tranquilla, felici e innamorati. Violetta ha ormai cambiato vita per amore di Alfredo, e a lui sembra di toccare il cielo con un dito per la felicità (De’ miei bollenti spiriti). Tuttavia Violetta, per far fronte alle spese, deve vendere i suoi averi; quando lo scopre, Alfredo si vergogna e decide di partire per Parigi per onorare i debiti. Durante la sua assenza suo padre, Giorgio Germont, arriva in casa di Violetta e la accusa di dilapidare le sostanze del figlio. Violetta gli dimostra che non è così, e che è stata lei a provvedere alle spese vendendo i suoi averi. Germont capisce che Violetta prova dei sentimenti sinceri per il figlio, e che ormai ha cambiato vita. Tuttavia le chiede di fare un sacrificio: lasciare Alfredo per sempre, perché quel legame non è socialmente ammissibile; se continuano a vivere sotto lo stesso tetto, il matrimonio della sorella di Alfredo non si potrà celebrare; Violetta dovrà fare un sacrificio per questa giovane Pura siccome un angelo e per il bene di tutta la famiglia. Violetta è sconvolta all’idea di doversi separare per sempre da Alfredo, ma alla fine il vecchio genitore la convince. Violetta scrive una lettera in cui dice ad Alfredo di avere nostalgia della sua vita di prima e di aver deciso di tornare a Parigi; pur sapendo di attirarsene la rabbia e il disprezzo, per amore di Alfredo è pronta a compiere qualsiasi sacrificio.

Alfredo torna in casa proprio in quel momento, e si accorge che qualcosa di grave dev’essere successo. Ma Violetta nasconde le lacrime, dissimula la sua tristezza e si allontana da lui supplicandolo di amarla quanto lei lo ama (Amami, Alfredo!). Dopo aver letto il contenuto della lettera, Alfredo è fuori di sé dalla rabbia. Suo padre, che non si è allontanato, rientra in casa per consolarlo e per cercare di convincerlo a tornare a casa con lui, in Provenza, in seno alla sua famiglia (Di Provenza il mar, il suol). Ma Alfredo non lo sta nemmeno a sentire, tanto è deluso e furente. Venuto a sapere che Violetta si recherà quella sera stessa alla festa della sua amica Flora a Parigi, decide di raggiungerla lì.

Alfredo arriva alla festa di Flora; gli invitati si preparano a passare il tempo tra danze e divertimenti; alcune dame son vestite da zingarelle, alcuni signori da mattatori (Noi siamo zingarelle, È Piquillo un bel gagliardo). Violetta arriva accompagnata dal barone Douphol. Alfredo lo vince al gioco e incassa una grossa somma di denaro. Violetta lo chiama e lo supplica di andarsene: gli dice di essere innamorata del barone. Alfredo, ancora più arrabbiato, fa una scenata e le getta i soldi ai piedi, chiamando tutti a testimonio che lui l’ha pagata. Violetta sviene. Tutti gli invitati condannano questo gesto, anche suo padre, che nel frattempo li ha raggiunti alla festa. Violetta perdona Alfredo perché lui non può capire che lei si sta comportando così proprio perché lo ama (Alfredo, Alfredo, di questo core).

Atto III

Violetta giace a letto; è gravemente malata e sente che ormai le resta poco da vivere: dice addio a bei sogni del passato e invoca il perdono di Dio (Addio del passato). Giorgio Germont le ha scritto una lettera in cui le spiega che ha detto tutta la verità ad Alfredo: lo ha messo al corrente del sacrificio che lei ha fatto, e ora lui sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Violetta si logora nell’attesa, il tempo sembra non passare mai. Infine Alfredo arriva, e nel rivederlo lei sente rinascere la speranza (Parigi, o cara); vorrebbe andare in Chiesa a ringraziare Dio, ma sviene; si rende conto che ormai sta morendo, proprio adesso che più che mai vorrebbe vivere (Gran Dio, morir sì giovane). Anche il padre di Alfredo, pentito di quello che ha fatto, fa in tempo a chiederle perdono prima che si spenga.

La traviata, libretto di Francesco Maria Piave

Per saperne di più sulla Traviata:

La traviata, scheda dell’opera: le più belle arie, mp3 da scaricare, curiosità e tanto altro.

[fuente https://semprelibera.altervista.org/giuseppe-verdi/la-traviata/la-traviata-trama/ ]

-o-o-o-

LIBIAMO NE’ LIETI CALICI
Testo

ALFREDO

Libiamo, libiamo ne’ lieti calici,
che la bellezza infiora;
e la fuggevol fuggevol’ora
s’inebrii a voluttà.
Libiam ne’ dolci fremiti
che suscita l’amore,
poiché quell’occhio al core
Onnipotente va.
Libiamo, amore; amor fra i calici
più caldi baci avrà.

TUTTI

Ah! Libiam, amor fra i calici
Più caldi baci avrà.

VIOLETTA

Tra voi, tra voi saprò dividere
il tempo mio giocondo;
tutto è follia follia nel mondo
Ciò che non è piacer.
Godiam, fugace e rapido
è il gaudio dell’amore;
è un fior che nasce e muore,
né più si può goder.
Godiam c’invita c’invita un fervido
accento lusighier.

TUTTI

Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
la notte abbella e il riso,
in questo in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.

VIOLETTA

La vita è nel tripudio…

ALFREDO

Quando non s’ami ancora…

VIOLETTA

Nol dite a chi l’ignora.

ALFREDO

È il mio destin così…

TUTTI

Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
la notte abbella e il riso,
in questo in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.

Traducción española:

VIOLETA

(sirve vino a Alfredo)

Seré Hebe, la que escancia las bebidas.

ALFREDO

(con galantería)

Y como ella. espero que inmortal.

TODOS

¡Bebamos!

GASTÓN

Y bien Barón,

¿no brindareis en este dulce momento?

(El Barón hace signos de negación)

Lo hará usted.

(indicando a Alfredo)

TODOS

Sí, sí, un brindis.

ALFREDO

Me falta la inspiración.

GASTÓN

¿No eres tú un maestro, un poeta?

ALFREDO

(a Violeta)

¿Lo desea usted?

VIOLETA

Sí.

ALFREDO

(Levantándose)

¿Sí?. Lo tengo en mi corazón.

EL MARQUÉS

Entonces, oigámoslo.

TODOS

Sí, escuchemos al poeta.

ALFREDO

Bebamos alegremente de estos vasos

resplandeciente de belleza

y que la hora efímera

se embriague de deleite.

Bebamos con el dulce estremecimiento

que el amor despierta

puesto que estos bellos ojos

(indicando a Violeta)

nos atraviesan el corazón.

Bebamos porque el vino

avivará los besos del amor.

TODOS

Bebamos porque el vino

avivará los besos del amor.

VIOLETA

(levantándose)

Yo quiero compartir

mi alegría con todos vosotros;

todo en la vida es locura

salvo el placer.

Alegrémonos

el amor es rápido y fugitivo.

Es una flor que nace y muere

y del cual no siempre se puede disfrutar.

Alegrémonos pues una voz encantadora,

ferviente, nos invita.

TODOS

¡Alegrémonos!. El vino y los cantos

y las risas embellecen la noche;

y que el nuevo día

nos devolverá al paraíso. (…)

VIOLETA

(a Alfredo)

La vida solo es placer.

ALFREDO

(a Violeta)

Para aquellos que no conocen el amor.

VIOLETA

(a Alfredo)

No hablemos de quien lo ignora

ALFREDO

(a Violeta)

Es mi destino.

TODOS

¡Alegrémonos!. El vino y los cantos

y las risas embellecen la noche;

y que el nuevo día

nos devolverá al paraíso. (…)

-o-o-o-

Le più belle arie della Traviata:

  1. Preludio
  2. Libiamo ne’ lieti calici: Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora…
  3. Un dì felice, eterea: Un dì felice, eterea, mi balenaste innante…
  4. Sempre libera: Sempre libera degg’io folleggiare di gioia in gioia…
  5. De’ miei bollenti spiriti: De’ miei bollenti spiriti il giovanile ardore…
  6. Pura siccome un angelo:Pura siccome un angelo Iddio mi diè una figlia…
  7. Amami Alfredo: Amami, Alfredo, quant’io t’amo…
  8. Di Provenza il mar, il suol: Di Provenza il mar, il suol chi dal cor ti cancellò?…
  9. Noi siamo zingarelle… È Piquillo un bel gagliardo: Noi siamo zingarelle venute da lontano…
  10. Alfredo, Alfredo, di questo core: Alfredo, Alfredo, di questo core non puoi comprendere tutto l’amore…
  11. Addio del passato: Addio del passato bei sogni ridenti…
  12. Parigi, o cara: Parigi, o cara, noi lasceremo…
  13. Gran Dio! morir sì giovane: Gran Dio! morir sì giovane, io che penato ho tanto!…

Sul sito ‘Internet Archive’ puoi trovare alcuni file audio gratuiti del Brindisi della Traviata.

Callas y coro https://www.youtube.com/watch?v=e48viAGu9TY&t=63s

Pavarotti etc https://www.youtube.com/watch?v=pu7zWrIMV_g&t=36s

Cotrubas & Domingo https://www.youtube.com/watch?v=iIYTMuYoBTs&t=17s

Prelude…Dell’invito trascorsa…Libiamo ne’lieti calice https://www.youtube.com/watch?v=dhKpgVv9kX4

Diana Damrau, Juan Diego Flórez, https://www.youtube.com/watch?v=afhAqMeeQJk&t=13s


Jonas Kaufmann/Juan Diego Flórez/Sonya Yontscheva https://www.youtube.com/watch?v=a1wsx3LW2jA  [con bromas]

-o-o-o-

Il personaggio di Violetta Valery si inserisce in una specie di gioco a scatole cinesi, in cui personaggi reali e di finzione si mescolano e prendono vita l’uno dall’altro. Quanto sarà rimasto di Marie Duplessis nel personaggio letterario di Dumas e in quello operistico di Verdi? E quanto la sua vita reale, tra teatri, valzer e opere, era, per così dire, la recita di un copione già scritto?

La Traviata si basa su una storia vera e su un personaggio realmente esistito: Marie Duplessis, pseudonimo di Alphonsine Rose Plessis, una celebre lorette vissuta a Parigi ai tempi di Luigi Filippo. Le lorettes erano giovani ragazze che si facevano mantenere dai loro ricchi amanti. Alphonsine era nata in un paesino della Bassa Normandia  da una famiglia molto povera. Cominciò a lavorare giovanissima; a quindici anni si trasferì a Parigi, dove la sua bellezza e la sua intelligenza le aprirono le porte del bel mondo; a soli sedici anni si ritrovò ad essere la lorette  più richiesta e più ben pagata di Parigi. Portava sempre con sé un mazzo di camelie, bianche 25 giorni al mese, gli altri 5 giorni rosse: ciò serviva ad indicare la sua ‘disponibilità’ ai suoi amanti. Per questo motivo fu soprannominata ‘la signora dalle camelie’. I suoi protettori erano uomini ricchi e in vista, che le offrivano aiuti finanziari in cambio della sua compagnia pubblica e privata. Frequentava l’Opera e i teatri, viveva nel lusso, aveva gioielli, pellicce, carrozze a volontà.

In questo ambiente Marie ebbe l’opportunità di istruirsi: colta e brillante nella conversazione, era una donna unica nel suo genere. Fu amante di Alexandre Dumas figlio e del compositore Franz Liszt. Il conte Edouard de Perrégaux, dopo esserne stato l’amante, decise di sposarla; il matrimonio però ebbe fine per le ingerenze del padre di lui, che non sopportava di avere per nuora una donna dal passato così discutibile. Dopo la separazione, Marie si lasciò andare ad una vita disordinata; dopo meno di un anno, a soli 23 anni, morì di tisi, oppressa dai debiti e dimenticata da tutti. Era il 1847. Fu sepolta in una fossa comune, ma il marito la fece riesumare per assicurarle una sepoltura dignitosa. La sua tomba fu poi traslata al cimitero di Montmartre, dove si trova tutt’ora.

Alexandre Dumas figlio rese omaggio a Marie Duplessis nel suo romanzo La signora dalle camelie: il personaggio di Marguerite Gautier è ispirato proprio a lei. L’autore aveva avuto una storia d’amore con lei e ne serbava un vivo ricordo; la sua morte lo colpì profondamente. Le vicende narrate ripercorrono la loro storia d’amore. Nel 1848 pubblicò il romanzo; in seguito ne ricavò un dramma per il teatro; per rappresentarlo dovette attendere il 1852, a causa dei problemi che ebbe con la censura.

Giuseppe Verdi, che in quegli anni si trovava a Parigi, vide proprio la rappresentazione teatrale della Signora dalle camelie, e probabilmente già aveva letto il romanzo; pensò che quello sarebbe stato il soggetto della sua nuova opera da rappresentare alla Fenice. Nell’opera di Verdi la protagonista assume il nome di Violetta Valéry. Il libretto fu affidato a Francesco Maria Piave che, per far accettare meglio il soggetto alla censura, rielaborò il personaggio evitando di fare troppi riferimenti al suo stile di vita equivoco, e cercando invece di nobilitarlo ed elevarlo moralmente.

Buscar en “Sempre libera” https://semprelibera.altervista.org/giuseppe-verdi/la-traviata/la-traviata-scheda-dell-opera/

[Atto I, scena 5]

Violetta Valéry, Parigi, salotto in casa di Violetta.  Violetta sente che si sta innamorando di Alfredo, ma decide di mettere a tacere questo sentimento, perché incompatibile con la sua vita di cortigiana: quello che può fare è rimanere ‘sempre libera’ e ‘gioire’. Eppure la voce di Alfredo continua a sussurrare al suo cuore. Ma lei allontana da sé i pensieri d’amore… vuole gioire; altro non è possibile fare, nella sua condizione.
Questa celebre aria  si apre con un recitativo e prosegue con la cabaletta che è tutta un crescendo di scale e gorgheggi sempre più acuti, accompagnati da un’orchestrazione ricca di arpeggi e pizzicati. Questo serve a caratterizzare il personaggio di Violetta, che in questo primo atto deve mostrare allegria e vivacità, forse anche un po’ sopra le righe per celare un’ombra di tristezza che già avverte nel suo cuore.

VIOLETTA

Follie! Follie! Delirio vano è questo!
Povera donna, sola, abbandonata
In questo popoloso deserto
Che appellano Parigi,
Che spero or più?
Che far degg’io?
Gioire!
Di voluttà ne’ vortici perir!
Gioir!

Sempre libera degg’io
Folleggiare di gioia in gioia,
Vo’ che scorra il viver mio
Pei sentieri del piacer.
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
Sempre lieta ne’ ritrovi,
A diletti sempre nuovi
Dee volare il mio pensier.

ALFREDO

Amor è palpito …

VIOLETTA

Oh!

ALFREDO

… dell’universo intero,…

VIOLETTA

Oh! Amore!

ALFREDO

Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.

VIOLETTA

Follie! Follie!
Gioir!
Sempre libera degg’io
Folleggiare di gioia in gioia,
Vo’ che scorra il viver mio
Pei sentieri del piacer.
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
Sempre lieta ne’ ritrovi,
A diletti sempre nuovi
Dee volare il mio pensier.

¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬

VIOLETA

¡Locuras! ¡Locuras! ¡Esto es un delirio vano!

Pobre mujer, sola, abandonada

En este populoso desierto

que apelan a París,

¿Qué espero ahora?

¿Qué debo hacer?

¡Alegrarse!

¡De voluptuosidades ni vórtices huir!

¡alegrarse!

Siempre libre de mi

retozar de alegría en alegría,

quiero que mi vida fluya

Por los caminos del placer.

Que el día nazca, o el día muera,

Siempre feliz de encontrarte de nuevo,

Para siempre hacia nuevas delicias

Deben volar mis pensamientos.

ALFREDO

El amor es el latido del corazón…

VIOLETA

¡Vaya!

ALFREDO

… de todo el universo,…

VIOLETA

¡Vaya! ¡Amar!

ALFREDO

misterioso, altivo,

Cruz y deleite al corazón.

VIOLETA

¡Locuras! ¡Locuras!

¡alegrarse!

Siempre libre de mi

retozar de alegría en alegría,

quiero que mi vida fluya

Por los caminos del placer.

Que el día nazca, o el día muera,

Siempre feliz de encontrarte de nuevo,

Para siempre a nuevas delicias

Deben volar mis pensamientos.

-o-o-o-

TODOS
El día aparece en el cielo
y debemos partir;
gracias, encantadora dama, 
por una fiesta tan alegre.
Toda la ciudad está en fiestas.
Es la época de la diversión y la fiesta;
debemos reposar ahora para reponer 
fuerzas en vista a otras noches de fiesta.

(Ellos salen por la derecha)
Escena Quinta

VIOLETA  
(sola)
¡Extrañas!…
¡Extrañas!…
¡Esas palabras
queman mi corazón!
Un amor verdadero 
¿será una tragedia para mí?
¿Qué vas a decir tú? 
Oh, turbada alma mía.
Ningún hombre ha encendido 
mi amor…
¡Oh, júbilo 
que nunca he conocido!. 
¡Amar, ser amada!
Esta alegría, 
¿puedo desdeñarla
por los estériles 
sinsentidos de mi vida?
¡Ah! 
Puede ser este aquel
que mi alma
sola en el tumulto
en secreto
imaginaba amar.
Aquel que vigilante
viene cerca de mí, enferma
y enciende una fiebre nueva
despertándome al amor.
A ese amor 
que es la inspiración
del universo entero,
misterioso y noble
cruz y delicia 
para el corazón.

(permanece concentrada un instante)
¡Locuras!. Esto es un vano delirio.
Pobre mujer sola, 
abandonada
en este desierto poblado
llamado París.
¿Qué puedo esperar todavía?.
¿Qué hacer?. 
¡Vivir en los torbellinos 
de la voluptuosidady morir de placer!.


¡Vivir!. ¡Vivir!. ¡Ah!.
Sí, debo, siempre libre
gozar de fiesta en fiesta.
Quiero que mi vida pase siempre
por los caminos del placer.
Que el día nazca o muera,
debo vivir siempre en los lugares
de placer buscando nuevas alegrías.

ALFREDO  
(fuera, bajo el balcón)
El amor es la inspiración…

VIOLETA
¡Oh!

ALFREDO
…del universo entero…

VIOLETA
¡El amor!

ALFREDO
Misterioso y noble,
cruz y delicia para el corazón. (FIN  ACTO 1º)

¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬

Callas https://www.youtube.com/watch?v=ONNSTNDSm0Y

Angela Gheorghiu https://www.youtube.com/watch?v=m6EChjmi1vU

Stefania Bonfadelli https://www.youtube.com/watch?v=L3nGSbjJVkc

Veónica Villarroel https://www.youtube.com/watch?v=KebBj9WlAx0

Mpofu https://www.youtube.com/watch?v=6T5hBFNWWgk

Deutekom https://www.youtube.com/watch?v=fmqzY1TIbIc  

Desirèe Rancatore https://www.youtube.com/watch?v=EMCOm-_dRvg

Sutherland https://www.youtube.com/watch?v=mSdXdwj_euI

Jaquelina Livieri È Strano / Ah, Fors’è Lui / Sempre Libera – JAQUIE LIVIERI – YouTube

[Se declaran bienvenidas nuevas alternativas de traducción española]

-o-o-o-o-

posteado por kalais 30/12/2022 – ch

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